Manish Arora: il fashion designer indiano che ha incantato l’Occidente
Di Alberto Fiorani – studente – Culture e Tecniche della Moda
Immaginate di essere in un Ashram indiano, immersi in un profondo stato meditativo. Un universo di forme e colori comincia ad avvolgere la vostra mente e una luce intensa irradia ogni cosa. Forme e colori cominciano a concretizzarsi in tessuti e poi in abiti e voi rimanete ammaliati da uno spettacolo che rimane sospeso nel sogno. Se riuscite a immaginare tutto ciò, allora siete sulla buona strada per comprendere il viaggio psichedelico che lo stilista indiano Manish Arora riesce a trasmettere ogni volta con le sue collezioni.
Per molti anni l’Oriente è stato un’immensa fonte d’ispirazione per artisti e intellettuali, un mondo altro con il quale alimentare la propria fantasia creativa. Nella prospettiva più globale di oggi, le influenze culturali arrivano da ogni parte del pianeta, cambiando e invertendo i poli di diffusione: non è più l’Occidente a dettare le regole, ma le mode vengono imposte anche da quei popoli un tempo sottovalutati, poiché meno sviluppati dei paesi europei e troppo spesso legati a un concetto di costume tradizionale, erroneamente considerato distinto dalla possibilità di cambiamento. Ancor prima dell’India, anche altri paesi come il Giappone, la Cina e il Brasile hanno fatto sentire la loro voce in fatto di stile e tendenze, concorrendo ad avere la propria capitale della moda e la propria Fashion Week. Sono lontani i tempi in cui le fogge venivano stabilite esclusivamente da Parigi – prima coi dettami di corte, poi con l’haute couture –, mentre il resto del mondo se ne stava a guardare (o a copiare). Oggi, invece, ognuno desidera guadagnarsi un posto sotto i riflettori: l’India, che ha avuto uno sviluppo economico impressionante negli ultimi anni, non poteva di certo mancare nella corsa allo stile e schiera così tra le prime file Manish Arora, considerato da molti uno dei più grandi fashion designer del paese.
Nato a Mumbay, inizia un percorso di studi a indirizzo economico, che non porterà mai a termine, poiché deciderà di seguire la sua vera vocazione iscrivendosi al Fashion Institute of Tecnology di New Delhi. Dopo essersi laureato e aver vinto il premio come miglior studente del suo corso, Manish Arora lancia il suo eponimo brand, distribuito originariamente solo all’interno del suo paese. Grazie alla collaborazione con il noto marchio di sportswear Reebok nel 2001, all’inaugurazione del suo primo flagship store a New Delhi lo stesso anno e con la partecipazione alla prima Fashion Week Indiana nel 2004, la sua signature comincia a farsi conoscere anche all’infuori del territorio nazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti persino dai più rinomati giornalisti di moda quali Suzy Menkes, Hilary Alexander e Lisa Armstrong. Nel 2012 viene nominato direttore artistico della storica maison Paco Rabanne, incarico importante che lascia poco dopo per potersi dedicare totalmente al proprio marchio.
Ciò che colpisce di più nelle sue creazioni è proprio un aspetto glocal, la capacità di fondere le tecniche provenienti dalle antiche pratiche artigiane indiane – come le decorazioni di perline e l’arte del ricamo – con le forme contemporanee della moda occidentale, in un vortice di contrasti cromatici e texture allucinogene. Molti lo considerano il “John Galliano dell’India”, probabilmente per la sua abilità di amalgamare ispirazioni provenienti da ambiti artistici e culturali lontani nel tempo e nello spazio, pur riuscendo a rimanere ben saldo alla sua epoca. Seppur sia ancora poco conosciuto alle grandi masse di consumatori, tra gli esperti di settore e i fashion addicted più attenti Manish Arora si è sicuramente guadagnato un posto di rilievo. Aspettiamo pertanto i prossimi e consueti fashion appointment per avere l’ennesima dimostrazione di come l’India possa arrivare a stregare, ancora una volta, l’intera Parigi.
Source: Segre Reinach S., Un mondo di mode. Il vestire globalizzato, Laterza, 2011. Wikipedia, manisharora.com; Ph: businessoffashion.com.