L’Oriente Couture di Giorgio Armani

Di Anita Atzori – studente – Culture e Tecniche della Moda

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Gennaio 2014, Parigi ospita l’evento più atteso per l’haute couture made in Italy. Ed è proprio in questa occasione che Giorgio Armani decide di portare in scena una storia tutta orientale. A fare da padrona nel suo meraviglioso spettacolo è la donna cosmopolita, cittadina del mondo e nomade viaggiatrice, globe-trotter non solo per piacere, ma anche per affari, dunque colta, elegante e al tempo stesso ricercata.

Questo che vediamo è un Oriente in chiave moderna, rivisitato nei singoli dettagli come nei pezzi cult che hanno definito negli anni la tendenza orientaleggiante. Tutte le modelle indossano cuffie preziose simili al velo delle donne arabe, arricchite da pesanti orecchini che accentuano il lusso di questa glam story. È un tripudio di ricami e merletti, accompagnati da importanti stoffe, come seta e jacquard, mentre la scala cromatica della collezione continua a tenere un filo ben saldo con l’ideale di stile espresso e confermato dal creativo italiano in più di 25 anni di carriera: una palette sobria, senza troppi sbalzi di colore, ma inaspettata nei suoi effetti laminati e metallizzati. Tante le sovrapposizioni di tessuti e camicie trasparenti, dedite al gioco del vedo-non-vedo, mai ostentate ma solo accennate quando è indispensabile ricordare che oltre al confort c’è bisogno di femminilità. Assieme ai completi giacca e pantalone, anche tantissimi long dress, simili a morbide tuniche, che fasciano dolcemente la silhouette evidenziandone busto e spalle, per poi scendere ampie e svasate. Grande attenzione è stata poi posta agli accessori: bracciali, collane e pochette, abbinate in maniera impeccabile, sfruttano lo sfarzo di perline e pietre preziose tipiche dell’abbigliamento indiano. Un richiamo dunque a quell’esotico che non si nasconde ma si espone, che esce dagli schemi della tradizione per approdare alla modernità. L’Oriente diventa il punto di partenza per il completamento di un’unione tra integrazione ed etnia, cosicché Africa, India e Europa possano convivere nello stesso emisfero.

Non è un poi un caso che il team Armani decida di chiamare questa collezione Nomade, consapevole del fatto che dietro alla semplice passerella si cela il tributo alle tante donne che giorno dopo giorno celebrano la loro bellezza, indossando ciò che abitudinariamente considerano parte del loro guardaroba culturale, sinonimo di coerenza stilistica ma anche di apertura al futuro. Si arriva così alla fine di un lungo percorso dove è necessario mettere l’accento su temi importanti come l’integrazione e il pregiudizio che spesso, anche nella moda, sono fraintesi o enfatizzati in modo sbagliato. Ma quando poi si assiste a lavori di rivisitazione e rielaborazione unici come questi, vien da pensare che forse la voglia di conoscere e confrontarci ancora c’è. Un vestito che prende forma, una cuffia che impersona un ideale, la gonna che rivela un chiaro messaggio: anche gli abiti possono davvero parlare.

Source: www.grazia.it; Ph. www.verycool.it.