Il mondo della maglieria e del rimaglio – di Rosa Lucarelli

Il mio lavoro mi ha portato a voler parlare con voi di quel bellissimo, ma spesso poco considerato, mondo della maglieria e nello specifico del rimaglio. 

Per chi non lo sapesse, il rimaglio è la tecnica con la quale si uniscono insieme i pezzi di un capo in maglia, ma ve ne parlerò meglio fra poco. 

Partiamo dall’inizio. 

Mi chiamo Rosa e nel 2020 ho iniziato a lavorare all’interno di un’azienda del nostro territorio, che crea capi d’abbigliamento di maglieria calata per l’industria del lusso, Maglificio Pini che trova sede a Forlì. 

Azienda a conduzione familiare, fondata da Giuseppe Pini che nel 1977, con l’intento di concretizzare il desiderio di avviare un’attività propria sceglie il settore maglieria. Trovando nella qualità del Made in Italy il fondamento dell’azienda e diventando leader nel settore. 

Grazie a questa esperienza ho potuto apprendere il ciclo di lavorazione completo di un capo in maglia, perché all’interno di questa realtà aziendale possiamo trovare tutte le fasi della realizzazione di un capo in maglia, dalla tessitura, con delle macchine di maglieria d’avanguardia, fino al completamento del capo finito. Nonostante io avessi avuto contatti con il mondo della moda sin da adolescente, frequentando un istituto tecnico d’abbigliamento, nessuno aveva mai fatto riferimento a quello che è il mondo della maglieria, rimanendo sempre nell’ottica della sartoria. 

Non ho mai compreso il perché, di questa non poco velata discriminazione nei confronti della maglieria, che attualmente si sta, fortunatamente, espandendo come settore di punta nel mondo della moda in genere. 

Ciò nonostante, le conoscenze riguardo questo settore, a differenza della sartoria sono poco diffuse; infatti, trovo non poca difficoltà a spiegare il mio lavoro. 

Io sono un’addetta al rimaglio, ma che cos’è il rimaglio? 

Come vi anticipavo, il rimaglio non è altro che la tecnica con la quale si cuciono insieme i “pezzi”, che vengono chiamati teli, del capo di maglieria calata. 

Vi starete chiedendo cosa intendo dire con “calata”. Ebbene i capi di maglieria non vengono tagliati, come comunemente si fa con i capi in tessuto, ma i teli hanno già la forma del pezzo che compongono all’interno del capo che si sta andando a realizzare. Il concetto può sembrare complesso, ma in realtà basti pensare ai capi che si realizzano all’uncinetto o ai ferri e vi sarà tutto più chiaro. Di fatti queste sono tecniche più “casalinghe” che hanno da poco hanno ripreso piede fra i più giovani, suscitando non poco successo. 

Il rimaglio è una tecnica poco conosciuta, che in realtà richiede molta pazienza e manualità. La ricerca di personale addetto che occupi questa mansione è tutt’altro che semplice, anche se in realtà può essere un interessante sbocco lavorativo per chi non ha ancora compreso quale sia il proprio posto nel mondo della moda o dell’artigianato. Nello specifico, il rimaglio è una macchina cucitrice, che a differenza delle altre macchine da cucire, richiede una tecnica manuale completamente diversa, partendo dalla forma stessa della macchina, sino al vero e proprio funzionamento. Esistono vari tipi di macchine, che vanno in base alla finezza del filato di cui è composto il capo che stiamo andando a realizzare, altra particolarità specifica di questo lavoro. Invero per cucire un solo capo, potremmo aver bisogno di utilizzare più di una sola macchina. Altro errore che spesso si fa nel luogo comune è quello di associare la maglieria a capi di lana grossa, spesso maglioni o gilet. In realtà la maglieria, attualmente, è complessa e molto fine. La maggior parte dei capi realizzati sono abiti da sera, prodotti con filati molto sottili e spesso molto complessi anche dal punto di vista della modellistica stessa. 

Il mio invito è quello di dare una possibilità in più, sia al mondo della maglieria, che spesso subisce il fascino della sartoria, rimanendo in disparte e poco conosciuta, ma anche, in generale, ai lavori manuali, che solitamente subiscono disinteresse da parte dei giovani che si vogliono approcciare a questo settore, in maniera più teorica che pratica. Dobbiamo però ricordare, che il sapere sta anche nelle mani, che oltre ad una conoscenza teorica, serve formare i giovani ad un sapere manuale, che permetta di avere anche una conoscenza più fattuale del settore e meno superficiale. Restare sempre sulla visione teorica o solo strettamente progettuale, porta ad una perdita di valori artigianali, della quale il nostro paese nello specifico, è colmo. Dunque, utilizziamo questi saperi per poter portare una visione del Made in Italy che sia completa, dalla progettualità alla produzione effettiva.