Fetish. Dall’underground al mainstream
di Alberto Fiorani
studente di Culture e Tecniche della moda
Nell’ultimo secolo abbiamo assistito a dei cambiamenti che hanno trasformato completamente un sistema sociale vecchio di centinaia d’anni. La moda indubbiamente ha giocato un ruolo di primo piano in queste rivoluzioni. Recentemente un nuovo tema, che fino a qualche anno fa era considerato scandaloso, è diventato di argomento comune, il feticismo.
Fino agli anni ’80 il fenomeno fetish era pressoché sconosciuto al grande pubblico, ma le creazioni di Jean Paul Gaultier, Gianni Versace, Thierry Mugler e molti altri grandi stilisti hanno portato l’immaginario fetish sulle passerelle di moda di tutto il mondo. Da quel momento corsetti, tacchi a spillo ed abiti in pelle entrarono nel guardaroba di ogni donna fashionable.
Al giorno d’oggi ormai tutti conoscono piuttosto bene il fenomeno, anche grazie ad un best seller internazionale che ha fatto chiacchierare le donne di tutto il mondo, “50 sfumature di grigio”. Al di là della trama, questo romanzo ha un forte contenuto sadomaso.
Cravatte di seta per legare i polsi, jeans strappati e frustini di pelle sono l’ingrediente segreto del libro. Dopo quasi trent’anni dalle creazioni dei grandi stilisti, il fenomeno fetish è passato dall’underground al mainstream. C’è da chiedersi se è stata la moda ad influenzare il cambiamento oppure ne ha solo seguito la scia, ma è consigliabile a chiunque ama fare previsioni sul futuro, di lasciar perdere statistiche e base dati, e di non perdere le ultime sfilate di moda.