Bologna Design Week 2015 | Cosa abbiamo visto #04
Di Nicola Brajato – Studente Fashion Culture and Management
Occhi scrutanti. Galli silenti. Uova morbidose. Fiori pixellati e sedute che visivamente poco si addicono alle morfologie dei nostri lati B. Questo è lo scenario che ci accoglie al primo piano di Corte Isolani, tra le sedi principali della neonata Bologna Design Week 2015 e dedicata al percorso tematico Design Food. Uno spazio essenziale che ospita e fa avvicinare due universi così culturalmente diversi tra loro: il Made in Italy e il Made in Ukraine. Il primo che, senza bisogno di presentazioni, offre al pubblico una reinterpretazione esteticamente contemporanea di quegli oggetti che per anni sono rimasti immutati all’interno delle nostre cucine, attraverso i lavori degli studenti dell’ ABABO (Accademia di Belle Arti di Bologna). Il secondo, invece, occupa la sala con un’allure differente, sussurrando al pubblico “Ukranian design. Design Exist”.
L’est Europa giunge quindi nel capoluogo emiliano con cinque designer che, nonostante le differenti sensibilità e filosofie, si uniscono per dar voce ad un panorama che ancora ci sembra un po’ lontano. Natasia Fomina Amai (amai.me), fondatrice del design lab AMAI, si avvicina a noi con una gentilezza amicale fornendoci le prime informazioni sull’esposizione; curiosa la spiegazione sulla scelta del simbolo utilizzato per rappresentare l’evento: un uovo, elemento ricorrente nella cultura ucraina, ma anche emblema del venire al mondo, del nascere. Uovo che, schiuso, ci introduce all’emotional design di Natasia, il cui obiettivo è quello di portare nelle nostre case e nella routine quotidiana oggetti in grado di iniettare serenità e valori positivi, come lampade caramellose a forma di gallo ruspante (Sweet Candy) o vasi cipolla a prova di lacrime (Onion vases), o ancora, specchi studiati appositamente per lui, per lei e per gatti vanitosi (Mirror for everyone). Della serie: ci vorrebbe un po’ d’AMAI per tutti.
La briosità di Natasia viene poi bilanciata in modo armonioso dall’estetica circolare di Yievhenii Litvinenko (litvinenkodesign.com). Tramite forme pure, sofisticate e laconiche, il giovane designer propone una visione ultra moderna e pro-Ukranian dello slow living. La sua collezione First Family vuole infatti essere un omaggio al lieto vivere domestico, ma sempre con stile e ricercatezza, mediante l’utilizzo di materiali quali legno, acciaio, bronzo e vetro.
Che le sensibilità di questi designer differiscano l’un l’altra lo notiamo non appena la nostra attenzione viene catturata dal lavoro di Alex Karman. Ci siamo appena lasciati alla spalle un mondo fatto di spensieratezza e tondi, quando incontriamo il rigore e la rigidità. Le geometrie delle sedie del giovane designer ci portano in una dimensione dominata da regolarità, simmetrie e righe, attraverso le quali emerge la sua passione per i materiali naturali e la sperimentazione. Un razionalismo leggero ed elegante che testimonia la solidità dell’estetica di Karman. Decidiamo così di sederci su questi origami industriali. Ed è amore a prima “seduta”.
Durante la quiete del momento di relax, ci sentiamo osservati. Nella parete davanti a noi, gli occhi incuriositi creati da Olga Fradina (pfayfer-fradina.com.ua) ci scrutano attentamente. La giovane designer, artista della ceramica, ha iniziato il suo percorso solamente sei mesi fa, ma è già tra i nomi più noti del panorama ucraino. Tutto il suo lavoro ruota attorno alla sperimentazione, in cerca di nuove forme e textures, con l’obiettivo di trasformare la ceramica in moderni oggetti d’arte. La sua estetica è primitiva, spensierata. Un ritorno alle origini, all’informe della materia. Ma il suo sembra essere un primitivismo fantascientifico, che supera la mera morfologia biologica. I suoi occhi sono ipnotici, taglienti e complessi nella loro semplicità.
Altri occhi ci guardano, ma questa volta reali e sorridenti. Sono quelli di Viktoriia Yakusha (yakusha.com.ua), che con la sua eco minimalistic collection Fajna, chiude l’esposizione degli “Ukrainian Five”. Attraverso il delicato equilibrio tra gli ultimi trend in materia di arredamento e materiali come l’argilla e il legno, Viktoriia ha voluto sviluppare una collezione che desse voce alla cultura ucraina nel panorama internazionale dell’industrial design, promuovendo così l’etichetta “Made in Ukraine”.
“What is design created by Ukrianian soul?”: questo era l’interrogativo a cui la food exhibition cercava di dare una risposta. E noi pensiamo di averla trovata. “Yes Ukrianian design. Your design exists!.
Ph. Nicola Brajato