WHAT WOMEN WANT (WHEN WOMEN WATCH OVER)
Il ruolo della donna, il potere delle dame, delle giovinette di estrazione borghese, delle sarte e delle crestaie assurge, dal momento in cui la moda si struttura, un’importante chiave di lettura per la moda stessa. Capriccio e volubilità, vizi da sempre considerati una prerogativa del tutto femminile, si tramutano – attraverso il gioco della moda – in virtù. Grazie, dunque, alla forza e al gusto muliebre si è assistito a un radicale ma graduale processo di raffinamento dei costumi. Tale affinamento è andato di pari passo con l’alfabetizzazione e la globalizzazione (volutamente inserite in quest’ordine cronologico) seguendo un itinerario dal XVIII secolo fino allo scorso. La donna rappresenta, nello stesso tempo, l’interlocutrice e il megafono, la vetrina privilegiata: la moda esercita un potere fortissimo, di magnetismo e catalizzatore nei suoi confronti. Ultimo, ma non per questo meno importante, il campo della moda riesce ad auto eleggersi come una sorta di zona franca dalla tradizionale dipendenza dagli uomini. In determinati periodi storici quest’aspetto è stato piuttosto rilevante e ha rappresentato – anche se parzialmente – un processo di emancipazione dallo sposo, dall’amante. Nella moda vi sono un lato frivolo e uno necessario: la donna, con il passare degli anni e grazie ad un potere emancipatore sempre maggiore, è riuscita a levare (lavare) quella patina frivola caratteristica al fine di rinverdirne il ramo del necessario.