Tali madri, tali figli
di Virginia Angius
A undici anni ho smesso di crescere restando alta meno di un metro e sessanta. Quando capita così hai due scelte: rassegnarti a far adattare ogni capo, oppure ingegnarti da te. E arriva Zara Kids. Non so se avete mai notato quel reparto del famoso store.
Le prime volte che l’ho visto, sono rimasta confusa. Stampe animalier, pellicce, shorts di perline. Il mio primo pensiero è andato a un’ipotetica bambina di sei anni, vestita di tutto punto con basco di angora, minigonna di tulle dorato, camicia di chiffon, che gioca ad acchiapparella in un prato con i suoi coetanei.
Quella povera bambina immaginaria finisce sempre col basco impigliato a un ramo, la gonna strappata, e così via. Mi viene sempre in mente quanto da piccola odiassi i vestiti eleganti proprio per quanto fossero scomodi per giocare. E adesso mi guardo intorno e vedo orde di mamme che scelgono le cose più chic per i loro bimbi abbinati a loro stesse, e li guardano ogni giorno tutti eleganti davanti alla tv senza che vedano la luce del sole per paura di sporcarsi.
Mi viene la pelle d’oca al solo pensiero che in futuro mi possa scordare totalmente di cosa serve a un bambino per essere felice e inizi a pensare solo a cosa gli serve per essere chic. Intanto, sfrutto questo (spero passeggero) momento di pazzia genitoriale, e vado a fare shopping nel reparto per bambini. Tanto che differenza c’è oggi tra l’abbigliamento di una ventenne e quello di una pargoletta di sei anni?
Tutte le immagini sono state prese dal sito Zara.it