Marc Chagall: equilibrista su un mondo alla rovescia

di Elena Guardiani – studente – Culture e Tecniche della moda

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Marc Chagall è stato uno dei più interessanti pittori della modernità. Nato russo ma naturalizzato francese, viene ricordato come un artista eclettico, che durante il corso della sua attività ha trattato un ventaglio eterogeneo di temi, sui quali spiccano quello religioso e quello circense, intrecciati nel suo ricco immaginario sotto forma di reminiscenza sentimentale: “Ho sempre considerato clown, acrobati e attori come creature tragiche. Ai miei occhi assomigliano alla gente ritratta in certi quadri religiosi. Ancora oggi, quando dipingo una crocifissione o un altro quadro religioso, mi assalgono gli stessi sentimenti di allora, quando ritraevo la gente del circo”.

Nella produzione pittorica di Chagall, anche in quadri che non riguardano direttamente l’argomento circense, i personaggi, gli animali e persino gli oggetti dei suoi paesaggi, sembrano lanciarsi in spericolate acrobazie, come a voler staccarsi dalla realtà, per essere trasportati in una dimensione altra, dove non esistono regole né forza di gravità. Immedesimandosi nei suoi soggetti “spostati”, Chagall rappresenta con prospettive inusuali spazi immaginari, a metà tra sogno e realtà, dipingendo un universo sottosopra, come metafora di un mondo rovesciato da guerre, dittature e persecuzioni. In questa dimensione, acrobati, giocolieri e trapezisti diventano angeli, creature spiritualizzate, sottratte alla condizione triviale spesso associata all’istituzione circense.

Il tema del circo percorre tutta l’opera di Chagall: infatti, già alla prima metà degli anni Dieci, risalgono schizzi e disegni che rappresentano acrobati e tendoni, per poi realizzare, nel decennio successivo, una ricca serie di guazzi a tema circense, raccolti nel ciclo Cirque Vollard dal nome dell’editore Ambrosie Vollard, frequentatore, assieme allo stesso Chagall, di numerosi teatri in cui erano soliti esibirsi compagnie di saltimbanchi. Nel 1937, inoltre, l’artista ha rappresentato la Rivoluzione d’Ottobre come un numero da circo nel dipinto La Rivoluzione e ha continuato a sviluppare questo immaginario anche nelle opere come “Il giocoliere” (1943), “Il circo blu” (1950-1952), Le cheval de cirque (1964), Le Cirque  (1967), Le grand Cirque (1968); tra queste, da non tralasciare è l’enorme e cangiante tela La vita, dipinta da Chagall nel 1964, che mette in primo piano acrobati e musicisti, tra cui notiamo una minuta equilibrista intenta a camminare in bilico nel vuoto.

Quest’opera si può oggi ammirare nel Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Fondazione Maeght, situato a Saint-Paul de Vence, località della Costa Azzurra dove lo stesso Chagall morì nel 1985, all’età di novantotto anni. Il titolo della tela è emblematico: “La vita” sembra infatti suggerire un percorso visivo volto a ricostruire il vissuto dell’artista, attraverso un insieme di colori e figure che ipnotizzano lo sguardo. Secondo alcuni critici, l’immagine della coppia di sposi con il bambino potrebbe alludere al nucleo familiare dell’artista stesso, composto dalla prima moglie Bella, che morì precocemente a causa di un’infezione, e dalla loro prima figlia Ida. Ugualmente, il profilo della Tour Eiffel, nella parte bassa della tela, potrebbe simboleggiare la città di Parigi (e più in generale la Francia), che accolse l’artista dopo la fuga dalla Russia, in seguito a un dissenso con il regime sovietico. Inoltre, le figure animalesche, motivi stilizzati presenti anche in altri dipinti dell’autore, potrebbero rinviare al periodo dell’infanzia, periodo che Chagall trascorse felicemente, nonostante le pesanti condizioni che il regime degli zar impose alla sua famiglia di origine ebrea. Tutti questi elementi trascinano lo spettatore in una dimensione onirica, spesso fantastica, costellata da visioni infantili in grado di condurci in un altrove lontano. Non a caso, Chagall viene spesso associato ai surrealisti, seppur egli fosse restio a riconoscersi in un movimento preciso e definito, esprimendo sempre la sua autonomia e la sua identità, attraverso la capacità di creare un mondo astratto, rovesciato, ma allo stesso tempo estremamente poetico.

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