Fashion is Art? Sì, da Stefanel.

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Il 12 dicembre 2014 una milizia specializzata nella Moda e nei suoi concetti più alti e raffinati ha affilato le sue armi per aprire gli occhi a quei miscredenti e profani che credono ancora che la moda sia solo un’arte di concretezza, fatta di fili che si intrecciano e fusi avvelenati, anziché considerarla nella sua evoluzione di status mentale e modus vivendi, in grado di acquisire forma, investendo la ragion pura e la ragion pratica, catapultandosi nel mondo onirico dell’Essere per Apparire. Il nostro campo di battaglia è stata la boutique Stefanel di Bologna in via delle Clavature 9E/F, i nostri luogotenenti Chiara Pompa e Leandro Palanghi, tutor eccellenti e demiurghi “artistocratici” dei corsi di laurea di Moda dell’Università di Bologna (Rimini Campus); sotto di loro, solo prescelti combattenti, o meglio, martiri di una società che si distacca dal senso estetico per approdare in un mondo che ormai fa della macchina calcolatrice il fulcro di ogni azione verbale e non.

L’evento performativo messo in scena da Stefanel S.p.A, in collaborazione con SpazioZoneModa, ormai baluardo di nuove competenze e di studi approfonditi ed ibridi sul fenomeno, è ruotato intorno alla presentazione della collezione Autunno/Inverno 2014-15, promuovendo la linea e inniettandole un siero di giovinezza grazie al coinvolgimento diretto di una squadra di studenti del corso di laurea magistrale (Federica Albano, Alice Bassoli, Beatrice D’amore, Antonia Digennaro, Giorgia Fiori, Chiara Marconi e Francesco Maffei), i quali si sono trovati coinvolti in toto nella pianificazione e nell’allestimento dell’evento, dalla sua ideazione fino alla messa in atto. Pressoché inutile, invece, spendere parole sul gruppo Stefanel dal momento che chiunque nel mondo conosce questo storico brand della maglieria italiana, il quale, come testimonia la timeline del sito web, custodisce in sé tradizione e innovazione dal 1959.

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Stefanel in Art ha avuto come punto di partenza uno studio sviscerato intorno la figura femminile, considerando la sua magnificenza figurativa nelle epoche, quindi tracciando attraverso ogni volto il cuore ribelle delle donne che hanno impregnato l’arte di così tanta verve estatica: dalle dame senza nome delle Belle Arti fino alla gloriosa Tamara De Lempicka, attraversando la bistrata Contessa Luisa Casati e alla semantica Sylvia Von Harden di Otto Dix per approdare fino alla mistica Giuditta o all’iconica Marylin Monroe di Wharoliana memoria; questi sono solo alcuni nomi delle “modelle” da noi scelte per rappresentare una fenomenologia di pura femminilità, intrecciata al corso mutevole degli eventi. Dodici protagoniste che diventano specchio della società contemporanea, vestite di sogni e speranze, dritte di fronte a noi, a scrutarci vicendevolmente, in un vortice di reverenza e senso del sé che abbandona il corpo proiettandosi verso il contenitore immenso dell’arte. Puntare sul connubio donna/arte, ribaltandone connotati e attributi, ci ha così permesso di creare un gioco d’immedesimazione e di riflessi, mille sfaccettature che si leggono solo attraverso gli occhi dei fruitori più attenti. Ogni opera è stata selezionata per armonia, artificio cromatico e sensazione sinestetica, frutto di uno scrupoloso lavoro di ricerca e di osservazione, in particolare riferimento alle palette dell’ultima collezione Stefanel, definita dalle tenui e classiche tonalità con cui il marchio italiano da sempre si distingue.

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Una quadreria come sfondo, un quadro affisso alla parete e pochi capi Stefanel sono serviti a creare la magia. Ogni donna è stata chiamata ad interfacciarsi con uno dei ritratti femminili che, in qualche modo, hanno avvertito più affine al proprio io, creando così, attraverso lo sforzo immedesimativo, un duplice ritratto femminile capace di infrangere le barriere temporali e di catapultarci nella fantasmagoria di un’esperienza unica. I parametri di scelta potevano variare in base all’estetica, alla cromia e all’affinità d’anima che la donna contemporanea percepiva familiare – poiché si sa, l’arte riesce a toccare le corde del nostro cuore colorando le nostre percezioni sensoriali. Mentre una foto cristallizzava il senso della performance, una cornice dorata fungeva da tappo ermetico della realtà, trasformando il momento in un’effettiva fuga dal reale, per approdare in un luogo acronico dove il ritratto femminile e le nostre donne moderne hanno potuto dialogare tra loro pur senza proferire parola, in un’intimità silenziosa dominata dal perfetto accordo tra arte e moda.

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Ad accompagnare le partecipanti, due studenti-stylist hanno distribuito consigli per la scelta dei capi che più potessero rendere giustizia al senso della performance: un cappello a tesa larga o una mantella in lapin potevano alleggerire la messa in posa, ora sarcastica, ora da Vamp lussuriosa; ma l’esito finale non sarebbe stato comunque lo stesso senza la musa ispiratrice con cui farsi immortalare e da cui poter prendere luce. Il carisma dei nostri paladini ha fatto breccia, portando all’interno dello store Stefanel una moltitudine di donne di qualsiasi età, pronte a confrontarsi con la beniamina prescelta. È strabiliante notare come un’accurata elaborazione di dati, tendenze e una buona dose di amore per l’arte abbia creato una ricetta da campioni; non tanto l’evento in sé, ma tutto lo stadio di preparazione tecnica e di confronto di idee sono serviti a far comprendere con quanta cura il dettaglio, a volte, possa diventare protagonista assoluto. La Moda, troppo spesso relegata ad ancella in seconda dell’ Arte, per il suo essere effimera e diabolicamente cangiante, può finalmente cantare vittoria. Sporadicamente la discepola supera la maestra, questo è uno di quei casi.

Francesco Maffei – studente partecipante Stefanel in Art

Ph. Piergiorgio Torresan

Ph. Backstage – Chiara Pompa

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Per visionare l’intera gallery fotografica scorri l’apposito post di SpazioZoneModa o visita il gruppo facebook di Writing For Fashion, dove puoi scaricare le immagini dello staff e di tutte le partecipanti all’evento.