Toto: una coraggiosa bellezza esotica

Di Chiara Casalboni – studente – Culture e Tecniche della Moda

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Magico e sensuale, intriso di colori, profumi e leggende, l’Oriente ha da sempre incantato la nostra civiltà, soprattutto grazie ai personaggi che lo hanno abitato, in grado di accrescere nel tempo l’attrazione occidentale per l’esotico. È il caso di Toto, al secolo Katharina Johanna Anna Koopman: nata sull’isola di Giava nel 1908, bella e intelligente – parlava sei lingue, italiano compreso – divenne il simbolo della femminilità moderna, libera e anticonformista. I suoi occhi leggermente a mandorla e il suo incarnato luminoso portarono una ventata di aria fresca nel mondo della moda: Toto fu difatti la prima musa di colore a essere immortalata sulle pagine di Vogue (1934) dal famoso fotografo George Hoyningen-Huene, per poi arrivare a essere contesa da numerosi couturier, desiderosi di averla come testimonial delle loro creazioni. Tra questi: Rochas, Vionnet, Chanel, Schiaparelli e Main Rousseau Bocher, il quale diventerà il suo stilista preferito.

Ritratta dai fotografi più celebri dell’epoca ed elogiata per la sua fascinosa eleganza, Toto si dichiarò apertamente bisessuale, intrecciando diverse relazioni, più o meno durature, con alcuni personaggi del bel mondo europeo. Durante la II Guerra Mondiale entrò a far parte della Resistenza Italiana: complice il suo livello di istruzione, venne inviata in Germania in veste di spia, ma appena scoperta, fu deportata prima a Bolsena (Viterbo) e successivamente, per alcuni mesi, nel campo di Ravensbruck. Furono momenti terribili, che la segnarono per sempre. Riuscirà comunque a salvarsi fingendosi infermiera grazie al suo perfetto tedesco. In seguito, sostenuta dagli aiuti economici degli amici, per riprendersi dagli orrori della guerra Toto riuscì a pagarsi un soggiorno in Svizzera: qui conobbe Erica Brausen, appassionata d’arte tedesca che diverrà poi sua amante. Insieme aprirono la Hanover Gallery di Londra, dove scoprirono ed esposero numerosi e importanti talenti dall’epoca, rivoluzionatori del mondo artistico come Bacon, Duchamp, Matisse, Magritte. Ma oltre all’arte, Toto si interessò anche alla storia e all’archeologia e grazie all’aiuto di Max Mallowan, archeologo e marito della celebre scrittrice Agatha Christie, si laureò presto in questo campo, impegnandosi negli scavi di diverse zone del Medio Oriente.

Donna affascinante, attorniata da amanti anche in vecchiaia, Toto trascorse gli ultimi anni insieme alla sua compagna sull’isola di Panarea, nelle Eolie, dove conobbe Ida Visconti, sorella del regista, il pittore Roberto Matta e molte altre celebrità del mondo dello spettacolo italiano. La sua morte non poteva che essere particolare e in qualche modo grottesca quanto la sua intera esistenza: dopo una caduta che le provocò la rottura di una gamba, venne reclusa nella sua stanza per un intero anno sotto le premurose cure di Erica Brausen, morendo così nel 1991. Sembra la scena tratta da un libro o da un film, eppure la bellissima Toto è un personaggio realmente esistito: grazie alla sua forza e al suo fascino ha affrontato esperienze uniche, interamente raccolte nell’avvincente volume “The Many Lives of Miss K” di Jean-Noel Liaut (Rizzoli, 2013).

Source: www.telegraph.co.uk; ph. www.scanvine.com.