Etica e sostenibilità nella moda

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Rimini, 8 maggio 2014 ore 10.00

Sede universitaria Valgimigli, Via S.Chiara, 40 – Aula 2

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Etica e sostenibilità nella moda

Una conversazione con Marina Spadafora, stilista, Carmela Fimognari e Giampaolo Proni, docenti del Dipartimento di Scienze per la Qualità della vita.

L’incontro è organizzato da Associazione Slash e Associazione Pacha Mama con il patrocinio del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita, Università di Bologna, Campus di Rimini.

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Si può aiutare il mondo attraverso la Moda?

Lo scorso 8 maggio nella sede universitaria di Culture e Tecniche della Moda di Rimini si è svolto un incontro sull’Etica e la Sostenibilità nella Moda, organizzato da Carmela Fimognari e Giampaolo Proni – docenti del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita – e dalla stilista italiana Marina Spadafora. La conferenza è iniziata con una precisa considerazione: le ricerche hanno verificato che la maggior parte dei capi che noi indossiamo sono nocivi per la nostra salute, in quanto sono tossici i trattamenti dei terreni di coltura delle fibre, nonché molte lavorazioni compiute sul filato e molti metodi finali di finissaggio. Il punto di domanda quindi diventa: c’è davvero consapevolezza da parte dei giganti della moda riguardo le pericolose lavorazioni che avvengono sulle fibre tessili? E nei consumatori? La stilista Marina Spadafora avverte che «anche in Italia la moda si sta muovendo pian piano verso ideali più sostenibili, ma tutto questo sta accadendo molto lentamente a differenza di paesi più attenti alla sostenibilità e all’ecosistema come possono essere Germania e Danimarca.»

Lei stessa ha poi raccontato come da designer tradizionale è diventata una stilista alla ricerca di un modo di vivere la moda completamente diverso: più profondo, più meditativo, più sensibile, sia nei confronti delle persone che lavorano, sia nei confronti dell’ambiente, ma anche in un equilibrio economico più solidale. Da anni viaggia per il mondo cercando usi differenti e più sostenibili sia nelle coltivazioni sia nei vari successivi trattamenti: è passata dall’Egitto scoprendo una coltura biodinamica (che oltre ad essere biologica, è dinamica perché si lega alle fasi lunari), all’Ecuador e ai modi di tagliare la lana, fino all’India e ai meravigliosi ricami pazientemente cuciti da molte donne. Tutto questo va a riunirsi e a identificarsi sotto un unico nome Auteurs du Monde, che non è altro che la collezione moda di Altro Mercato.

Durante l’incontro, la stilista ha trasmesso il suo messaggio con gentilezza, felicità e orgoglio per il lavoro che continua a svolgere. Ed è impossibile non pensare che la Moda possa essere molto di più, che c’è un messaggio da cogliere e anche da trasmettere, che i mercati sono conversazioni mondiali e che c’è bisogno di una sempre maggiore responsabilità sociale, nonché di una sempre più estesa informazione. Perché è possibile aiutare il mondo attraverso la Moda, ma soprattutto, è possibile scegliere da che parte stare.

Di Emanuela Bagoi – Studente Culture & Tecniche dalla Moda