Dubai: tra tradizione e influssi occidentali
Dubai: città metropolita, città calda, sogno di tanti, ma di pochi realizzabile, città moderna proiettata in architetture sfavillanti e dallo skyline quasi perfetto grazie agli edifici incastrati magistralmente tra di loro come tanti “lego”. Città dalla doppia natura: apparentemente occidentale, ma fortemente attaccata alla tradizione. Dubai che appena arrivi ti stupisce, ti sorprende; Dubai che ti fa sentire minuscolo di fronte alla maestosità e alla grandezza dei suoi grattacieli.
Il turista viene rapito dalle sue mille luci, incuriosito dalle costruzioni spettacolari e si lascia cullare dai mille agi che questa città offre, ma allo stesso tempo è attratto dal “diverso” e cerca così di capire la cultura dei locali, provando a coglierne le tradizioni, la mentalità, lo stile di vita.
E la moda?
A primo impatto il modo di vestire non sembra essere mutato nei secoli: gli uomini continuano a indossare una lunga tunica fino ai piedi – il dishdasha – abbinata ad un velo che scende sulle spalle – il ghutra – tenuto fermo sulla testa da una cordone di filo – l’ egal. Apparentemente potremmo dire la stessa cosa sulle donne; i loro corpi sono avvolti in ampie tuniche – abaya – che non ne mettono in evidenza le forme e la testa coperta da veli che non lasciano intravedere ciocche di capelli.
Osservando attentamente si può notare come le più giovani cerchino di rendere originale il più possibile il loro abbigliamento tradizionale. Di grande successo sono i ricami dorati o argentati mentre le più “glamour” optano per perline colorate o brillanti. Le più “trasgressive” amano valorizzare il punto vita con cinture ampie a vita alta e lasciano intravedere ciocche di capelli.
Cosa indispensabile per affermare il proprio status di donna araba ricca è la borsa griffata: tutte portano al proprio braccio l’ultima “it bag” delle griffe più famose. È importante però dire che molte, anzi per la maggior parte, apprezzano i grandi classici partendo dalla Chanel 2.55 proseguendo poi con la Birkin o la Kelly di Hermès, la Lady D by Dior, i mitici bauletti monogram firmati Loius Vuitton e chi più ne ha più ne metta.
Altrettanto interessanti i vestiti appartenenti al guardaroba occidentale, come skinny jeans e t-shirts, al disotto dell’abaya.
Grande importanza viene poi data al trucco, soprattutto nei casi in cui la donna sia obbligata ad indossare il niqab: gli occhi sono estremamente truccati e delle volte viene estremizzato l’effetto “cat eyes” e il colore prediletto è il nero. Nei casi in cui il volto è scoperto allora viene fatto sfoggio di labbra carnose di color rosso.
Gli uomini sono rimasti ancorati alla tradizione e in maniera opposta le donne, nonostante mantengano un determinato abbigliamento (o per volontà o per obbligo), abbiano iniziato a guardare a uno stereotipo di bellezza più vicino a quello occidentale. Probabilmente questo è attribuibile al fatto che anche nelle riviste, come per esempio la versione araba di Harper’s Bazaar, la maggior parte delle fotomodelle ritratte nei servizi fotografici siano occidentali.
Il fenomeno di “avvicinamento alla moda” da parte delle donne arabe è insomma inevitabile. Dubai è diventata una delle nuove città dello shopping, con numerosi centri commerciali che offrono sia prodotti (variabili dall’abbigliamento alla cosmesi) di griffe costose che di famose catene low cost.
Di forte impatto è stato anche l’evento in collaborazione con “Vogue Italia”, la Vogue Fashion Dubai Experience, che si è svolto il 10 ottobre 2013, assicurando a Dubai la possibilità di entrare a far parte della cerchia, tanto ampia quanto esclusiva, delle città nodali per lo sviluppo della moda.
di Giulia Mattioli