Caro, buon, vecchio Tartan…
Oggi per trovare un numero di telefono non utilizziamo più quel vecchio librone polveroso che occupava sempre troppo spazio, ma ci rivolgiamo semplicemente a Monsieur Google. E’ tutto diventato più veloce, più “easy”: ci muoviamo tra finestre digitali picchiettando febbrilmente sulle nostre povere tastiere in cerca di qualcosa di nuovo, di fuori dal comune… di qualcosa che si avvicini il più possibile al futuro e agli extraterrestri con tanto di antenne verdi. Tutto accade in fretta e viene dato per scontato in favore di Madama Velocità.
Ve li ricordate i sapori e gli odori della vostra infanzia?
Per esempio la pelle scura e rugosa della nonna, il sapore squisito delle amarene sul gelato, l’altalena bianca che fischiava assordante ogni cinque secondi…. Per non parlare poi dei vestiti.
Io mi ricordo che in uno slancio “modaiolo” mia madre per un certo periodo comprava solo e soltanto Kilt che poi io e mia sorella eravamo costrette ad indossare : “Ma come, sono così carine queste gonnelline… Come vi stanno bene!!”
Ora tutta questa storia mi è venuta in mente proprio perché a distanza di anni, l’altro giorno ero alla ricerca di un cerchietto e a 21 anni suonati ne ho comprato uno con il tipico motivo Tartan… E poco dopo navigando in rete ho scoperto che non sono soltanto io a soffrire di nostalgia ogni tanto ma che esiste un giovane designer americano, Kiel James Patrick, che del Tartan e dei tessuti di una volta ha fatto il suo marchio di fabbrica: così ecco qua i braccialetti ricavati da tessuti inutilizzabili e cinture “a treccia” di lana come quelle che indossano ancora da qualche parte in Scozia o nel New England.
Mio malgrado devo ammettere che non odio più il Tartan… forse non l’ho mai odiato ma il piacere della riscoperta è sempre qualcosa di inaspettato e soprendente.
Maria Livorno
immagini via : blogaldenblairevents.com