Is it always the same music?
di Andrea Calesella
Quando si ha un déjà vu, per qualche istante, ci gira la testa. Come una musica già sentita ci riporta ad esperienze passate, un senso strano di soprannaturale ci pervade ed il vissuto precedente si accavalla perfettamente all’attimo che si vive.
Risulta essere un fenomeno piuttosto comune che cerca le trame della sequenza incisa sul long playing e le fa coincidere con quelle MP3. La mente ritorna all’attimo passato finché non cerchiamo di affinare i sensi e di trovare le differenze dal presente che stiamo respirando, udendo, guardando. Nella moda, il concetto di déjà vu potrebbe facilmente scivolare (assieme a molti altri sinonimi) sotto il grande ombrello del vintage ma non è mia intenzione trattare ora di questa assimilazione.
Come canta, dunque, il ritornello a collegamento delle due strofe, moda e déjà vu? I FW1314 moods rivedono il classico con un filone dedicatogli: questo ideale, che potrebbe sembrare antitetico e incompatibile in certi tratti con il primo portante mood del nonsense, si pone come necessaria e fondamentale alternativa con un occhio di riguardo al momento di congiuntura economica che stiamo attraversando. Il nuovo classico pone l’accento su forme e colori che citano – ma non ripetono se non velatamente – quelle del passato.
Il classico si modernizza con conoscenza al fine di non ripetersi o ripetere gli altri poiché l’accezione negativa del concetto di déjà vu, della testa che continua a girare, del presente stonato che sembra non incastrarsi perfettamente con la melodia passata, deve essere sconfitta facendo leva sul nuovo umore trasmesso agli etologi del presente.