Sport e Stile: 150 anni d’immagine al femminile. Una mostra e un libro

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Foto Ilaria Picardi [redazione SpazioZoneModa], live blogging Chiara Marziani [redazione SpazioZoneModa], social networking e editing foto Celeste Priore

Lezione Speciale di Maria Canella

Se facciamo attenzione a come siamo vestiti oggi, dalle scarpe al piumino, è chiaro che
molti dei capi di abbigliamento sarebbero stati impensabili fino a pochi decenni fa,
molti derivano direttamente dall’attività sportiva, cioè dallo sdoganamento
dell’abbigliamento sportivo che invece è abbigliamento di tutti giorni; un processo che
va di pari passo con la questione introdotta da Coco Chanel, cioè di una moda che sia
perfettamente rispondente alle necessità della donna e non una moda che la limiti
minimamente.
La Lezione Speciale – Sport e Stile: 150 anni d’immagine al femminile. Una mostra e
un libro – di Maria Canella, curata per l’occasione dalla docente di Cultura e Design
della Moda Simona Segre Reinach, si è rivelata come un intenso e tonificante “workout”;
una lettura stimolante, alternativa del costume negli ultimi centocinquant’anni di storia
d’Italia, passando dalla nascita del tempo libero all’avvento dell’agonismo, dal turismo
alla moda, dalla donna soggetto passivo nella commercializzazione di un’immagine
disinibita del proprio corpo alla donna soggetto attivo, senza trascurare la ricerca dei
nuovi materiali, il giornalismo sportivo, la grafica pubblicitaria, il cinema, la TV e
l’arte.
Entusiasma Maria Canella, dottore di ricerca, docente, coordinatrice, autrice e
curatrice; il suo discorso conquista e la sua abilità appassiona, è ferma quando
incoraggia a non restare giocatori passivi nel mondo della moda e ad andare in giro
pronti a vedere la realtà che ci circonda con un altro occhio. Questa lezione ha messo in
evidenza la necessità di strumenti per capire, strumenti utili a percepire i meccanismi
che stanno dietro a un fenomeno, e strumenti per essere critici. Oggi servono cure e
attenzioni particolari nei confronti della moda, una moda che è per noi il più efficace
sistema di comunicare all’esterno; dopo tutto l’abito è a ragion veduta il linguaggio
primo con il quale comunichiamo. Per cui gli strumenti a cui rivolgersi farebbero capo ad
un atteggiamento, la disponibilità personale a produrre delle risposte, per poi
trasformare quel gesto in una modalità, cioè quello di non vedere ogni volta la cosa
sempre dallo stesso punto di vista, il che, di seguito, significa passare attraverso
l’esigenza di non porci come se non ne fossimo investiti. Evidente il plauso allo studio
quando asserisce: “non affrontate lo studio di qualunque materia, come la storia della
moda, come se voi non ne foste investiti. Rendetevi conto che siete anche voi
protagonisti”; e continua affermando: “Studiatelo come se tutto quello che apprendete poi
lo dovete riproporre cioè come se fosse materiale vostro”.
Su questa linea di condotta si è mossa la ricerca del gruppo di studiosi dell’Università
degli Studi e del Politecnico di Milano; questi hanno permesso l’acquisizione di una
ricca serie di documenti iconografici e fonti letterarie; poi hanno costruito un percorso
che, con un andamento cronologico, ha vagato attraverso svariati temi e differenti metodi
critici. Sono partiti dallo sport, dal rapporto tra sport e stile, tra sport e moda; e
hanno guardato se effettivamente l’argomento sport poteva essere una chiave di lettura
che avrebbe permesso di cogliere aspetti nuovi. Tutte possibilità, senza dover
ripercorrere ad ogni costo la strada che cronologicamente ha già raccontato l’evolvere
dei vari stili della moda; quindi un ottica particolare per cogliere qualcosa di diverso.
Il filmato di presentazione – Sport e Stile: 150 anni d’immagine al femminile. Una mostra
e un libro -, ha appunto messo in evidenzia l’intreccio esistente tra lo sport,
l’attività sportiva, e la moda; ma soprattutto come questi fattori si siano influenzati
vicendevolmente dall’Unità d’Italia. In sostanza, questo itinerario d’immagini fa
emergere come nel lasso di tempo preso in esame, proprio attraverso la pratica sportiva,
la donna abbia completamente liberato se stessa nell’abbigliamento, cambiando il suo
atteggiamento, il suo fisico, e la sua libertà nella vita di tutti i giorni.
Incoraggiante l’analisi finale che Maria Canella fa del futuro di noi studenti, cioè
valuta positive e numerose le possibilità che dal mondo della moda si stanno già aprendo
sul mercato del lavoro, scenari di professionalità molto vasti; un esempio è la questione
della documentazione, quindi degli archivi della moda, nel senso che ormai siamo in una
fase in cui anche per una questione generazionale avremo a che fare con tantissimi
documenti prodotti nel tempo dalle aziende, dagli stilisti, dalle case editrici delle
riviste femminili e di moda. L’altro aspetto è quello della comunicazione; una
comunicazione che non vuol dire soltanto PR, ma proprio perché questa è stata uno delle
più importanti figure professionali legate alla moda, anche questa ora deve essere
ripensata, nel senso che la moda sarà uno degli ambiti in cui, in maniera positiva,
esploderanno gli steccati tra una professione e l’altra; tutti dovranno sapere di tutto e
immaginarsi nuove vie, conquistare nuovi mercati, per vivere produrre e comunicare la
questione moda.
post a cura di Leandro Palanghi [studente ZoneModa]

Università di Bologna / Polo di Rimini / Facoltà di Lettere e Filosofia / ZoneModa Corso di laurea triennale in Culture e tecniche della Moda www.moda.unibo.it Insegnamento: Cultura e Design della Moda / docente: Simona Segre Reinach ZoneModa

spaziozonemoda.wordpress.com ZoneModa WebCell youtube.com/zonemodawebchannel ——————————————————————————————————— Rimini, Martedì 31 Gennaio 2012, ore 14.00 Presso la sede universitaria Valgimigli, via Santa Chiara 40, aula 2 Lezione Speciale #02 Sport e Stile: 150 anni d’immagine al femminile. Una mostra e un libro con Maria Canella L’incontro è aperto al pubblico. Locandina a cura di Ilaria Picardi [redazione SpazioZoneModa]