Seminario SISCC – LA GIUSTA DISTANZA. La sociologia e il mondo che (forse) verrà – 26 giugno 2020
LA GIUSTA DISTANZA. La sociologia e il mondo che (forse) verrà.
26 Giugno 2020
ore 9-17
Il Direttivo SISCC ha organizzato per il giorno 26 Giugno 2020 un seminario online secondo la modalità della “fishbowl conversation”.
La giusta distanza. La sociologia e il mondo che (forse) verrà
26 giugno 2020
Ore 9.00
Presentazione (plenaria)
Ore 9.30 – 11.30
La famiglia sospesa al tempo del Covid-19. Nuovi spazi e nuovi tempi nelle relazioni familiari
Partecipano: Francesco Belletti, Donatella Bramanti, Elisabetta Carrà, Pierpaolo Donati, Sara Mazzucchelli, Luca Pesenti, Giovanna Rossi.
Cosa ha a che fare la moda con la pandemia?
Partecipano: Romana Andò, Patrizia Calefato, Antonella Mascio, Simona Segre Reinach.
Trump vs Twitter? Il paradosso delle piattaforme e la crisi delle democrazie
Partecipano: Sara Bentivegna, Fausto Colombo, Emiliana De Blasio, Fabio Giglietto, Giovanna Mascheroni, Maria Francesca Murru, Rossella Rega, Michele Sorice, Sergio Splendore, Augusto Valeriani.
Ore 11.30-13.30
I consumi a una svolta? Pratiche e significati del consumo degli oggetti in un mondo (forse) in trasformazione
Partecipano: Alfonso Amendola, Roberta Bartoletti, Vanni Codeluppi, Piergiorgio Degli Esposti, Mauro Ferraresi, Emanuela Mora, Pierluigi Musarò, Roberta Paltrinieri, Paola Parmiggiani, Maria Angela Polesana, Geraldina Roberti, Marco Solaroli.
I labili confini dell’informazione: Cosa stiamo imparando dalla comunicazione sulla pandemia?
Partecipano: Francesca Comunello, Ivo Stefano Germano, Marco Mazzoni, Maria Francesca Murru, Massimiliano Panarari, Francesca Pasquali, Carlo Sorrentino, Sergio Splendore, Elena Valentini, Augusto Valeriani.
Sport e Covid-19
Partecipano: Luca Benvenga, William Gasperini, Stefano Martelli, Ivana Matteucci, Barbara Mazza, Giovanna Russo, Alessandra Sannella.
La fiducia come “giusta distanza”
Partecipano: Sergio Belardinelli, Pier Paolo Bellini, Guido Gili, Emiliana Mangone, Emmanuele Pavolini, Paolo Terenzi.
Ore 14.30-16.30
Didattica, e-learning, isolamento: Dall’emergenza verso dove?
Partecipano:Francesca Bitetto, Donatella Capaldi, Alessio Ceccherelli, Elisabetta Gola, Emiliano Grimaldi, Emiliano Ilardi, Mario Pireddu, Marco Pitzalis, Giovanni Ragone, Roberto Serpieri, Simona Tirocchi.
“Pre-mediation”: L’immagine del disastro
Partecipano: Nello Barile, Sergio Brancato, Stefano Brilli, Stefano Cristante, Giovanni Fiorentino, Laura Gemini.
Quid custodiet ipsos custodes? Platform society, capitalismo digitale e democrazia
Partecipano: Adam Arvidsson, Giovanni Boccia Artieri, Tiziano Bonini, Francesca Comunello, Manolo Farci, Alberto Marinelli, Stefania Parisi, Nicoletta Vittadini, Elisabetta Zurovac.
Ore 16,45
Conclusione (plenaria)
FISHBOWL
La famiglia sospesa al tempo del Covid19. Nuovi spazi e nuovi tempi nelle relazioni familiari
Proponenti: Francesco Belletti | Donatella Bramanti | Pierpaolo Donati | Sara Mazzucchelli
Partecipano: Elisa Carrà, Luca Pesenti, Giovanna Rossi
La famiglia pre-pandemia era decisamente sbilanciata sull’esterno della casa e aveva messo a punto strategie più o meno soddisfacenti e adeguate per rispondere a questi molteplici impegni.
Fuori casa, per il lavoro, con tempi spesso decisamente lunghi e impegnativi; fuori casa per la scuola con la necessità di accompagnare i figli, recuperarli e spesso collocarli in un tempo ulteriore; fuori casa per gli studi superiori e l’università, con la necessità di lunghi tragitti sui mezzi di trasporto affollati; fuori casa per i pasti, con mense scolastiche, mense aziendali, fast food; fuori casa per il loisir e il tempo libero, happy hour, cinema, movida, palestre, centri sportivi, scuole di musica e, infinite altre attività, per i più e i meno giovani.
Tutte le recenti ricerche (italiane ed internazionali) e gli ultimi Rapporti Istat 2018/2019 ci consegnano una famiglia al centro di una fitta rete di relazioni: tra le generazioni e tra i pari, gli amici e i vicini, i colleghi di lavoro, di studio, di impegno prosociale, che, seppure con differenze territoriali legate agli stili di socievolezza e alle diverse tipologie degli ambienti di vita, ha connotato la vita delle comunità locali.
Focalizzarsi sulle relazioni dentro e fuori la famiglia ci ha consentito, in questi decenni, di fare emergere la ricchezza delle relazioni, ma anche nuove differenze, nuove fonti di malessere, nuove forme di isolamento sociale, tra coloro che faticano ad essere protagonisti dei propri legami.
Oggi cosa è cambiato a seguito della diffusione della pandemia? Il distanziamento fisico, la chiusura delle scuole, e di molte attività lavorative, la paura del contagio hanno costretto le famiglie italiane, tutte, anche quelle che hanno la fortuna di trovarsi nelle aree meno raggiunte dall’epidemia, a ri-tornare in casa.
In casa per lavorare, in casa per seguire i corsi erogati a distanza dai diversi ordini e gradi di scuola e di università, in casa per cucinare e pranzare tutti i pasti, tutti i giorni, in casa per seguire le notizie e le nuove direttive da seguire, in casa per aspettare la ripresa del lavoro e delle fonti di reddito.
La ricomposizione si è fatta fisica e ha messo in crisi anche gli spazi disponibili per ciascuno.
Le famiglie sono diventate piccole, davvero nucleari (!), e necessitate a badare a sé stesse con le sole forze interne, in una attesa sospesa di poter riprendere la vita normale (?).
Abbiamo osservato in questi anni molte trasformazioni a cui è andata incontro la famiglia, in genere in tempi medio lunghi.
Il distanziamento fisico, imposto con diversi gradi di intensità nelle varie fasi che si sono succedute, è stato erroneamente chiamato distanziamento sociale, mentre ha visto le famiglie dare vita a nuove modalità di socialità attraverso azioni spontanee e occasionali, ma soprattutto ha costretto tutti a tenere in vita i legami sociali attraverso i social e gli scambi mediati, che sono diventati strumenti necessari per tutte le generazioni. L’accesso alla rete e le competenze nel suo uso sono diventati così ulteriori cause di differenziazione sociale e di svantaggio per le famiglie meno attrezzate.
L’incontro vuole costituire una riflessione basata sui primi dati di ricerca che molti studiosi hanno iniziato ad acquisire sul tema, ma anche sulle riflessioni che già erano avviate sulla difficile ricomposizione dei tempi della vita familiare (lo smart working è davvero smart?) e dell’impatto delle tecnologie sulle relazioni familiari.
Le domande intorno alle quali ci piacerebbe ragionare sono:
- Come le famiglie italiane hanno reagito ai cambiamenti imposti dai vincoli esterni? E a quali cambiamenti hanno dato vita creativamente? Ce la stanno facendo? E a quali condizioni?
- Qual è il costo per le relazioni familiari di questa pandemia? Dove trovano le risorse le famiglie per fronteggiare questa sfida?
- Quanto le politiche, e soprattutto le decisioni autorevoli, sono state sentite un sostegno dalle famiglie?
- Sono di nuovo le relazioni familiari la fonte da cui attingere? Lo smart-working è davvero smart?
- Quali di queste trasformazioni innescheranno dei processi morfogenetici destinati a rinsaldarsi piuttosto che a ritornare alla precedente condizione?
Insomma, l’obiettivo è quello di una riflessione a ruota libera – sui quesiti posti ma anche su quanto emergerà dal contributo di tutti i partecipanti – finalizzata a delineare le sfide a cui sono chiamate le famiglie e le strategie che stanno mettendo atto – nel breve periodo, ma anche a prefigurare futuri scenari.