A.A. 25-26 BRAND DI MODA: Intervista di Elena Venturini – ONE MORE

ONE MORE: lo skiwear si fa consapevole

A seguito di una ricerca eseguita su quelli che sono i brand più sorprendenti nell’ambito dell’innovazione tecnologica e tessile, mi sono imbattuta in uno molto interessante, il cui lavoro si basa sulla ricerca e il riuso di materiali locali: OneMore. Ed è proprio grazie alla disponibilità della sua fondatrice Helga Lazzarino, che ho avuto l’onore di conoscere a fondo l’identità di One More e della sua importanza in termini di sostenibilità e innovazione nel settore moda. 

Al termine dell’intervista ho avuto la magnifica possibilità di accedere persino a delle anticipazioni su quella che sarà la collezione 2025/2026 – A step forward in the future – e la capsule collection in occasione delle Olimpiadi invernali 2026 Milano Cortina. 

Com’è nato il vostro brand?

Il brand nasce in Alto Adige, tra le Dolomiti, nel 2018, a seguito di un’esperienza ventennale del management nel settore moda e skiwear.

Qual è la storia dietro al nome e al logo del marchio?

A prima vista potrebbe sembrare un semplice quadrato con una croce. In realtà, il nostro logo è espressione della nostra filosofia. Infatti si tratta di quattro numeri 1, ruotati e uniti a formare un quadrato, mentre la croce al centro è il segno +, per More. In poche parole, con il nostro logo abbiamo voluto mostrare l’idea di essere in grado di aggiungere sempre qualcosa in più. Da un’idea, alla volontà di miglioramento. Il simbolo +1 è rappresentativo di tutto il brand, dal nome dei prodotti, che terminano tutti in uno, che i prezzi.

Quali valori rappresentano la vostra identità di marca?

I nostri valori sono classificabili in 7 punti essenziali:

presente, umanità, unicità, internazionalità, sostenibilità, felicità, estetica. E sono questi valori che rappresentano il nostro manifesto.

In che modo definite la vostra mission e vision e con quale frase la definireste ?

Nel nostro lavoro è per noi centrale concentrarci sulla sperimentazione tecnica, la ricerca estetica e la circolarità della materia. Per definire questo nostro approccio lavorativo ci facciamo guidare dal nostro motto “disruptive approach, constructive method” che riflette il modo in cui cerchiamo di innovare attraverso la sperimentazione, di creare un design e una comunicazione non sempre convenzionale, basandosi comunque su un solido know-how e supporto al cliente. 

Che tipo di emozione o messaggio si vuole trasmettere attraverso i vostri prodotti? 

Come espresso tra i valori del nostro manifesto, vogliamo produrre felicità e gioia di esplorare il mondo. 

Quale bisogno specifico vuole soddisfare OneMore nel mercato moda?

In primis siamo un marchio tecnico, che ha come prima esigenza la realizzazione di capi performanti in grado di soddisfare gli sciatori più esigenti, ponendo però l’attenzione anche su aspetti estetici e di design ampliando la proposta di capi, soprattutto femminili, che si estendono ad un utilizzo più urban e street.

Come descrivereste il vostro posizionamento?

Si tratta di un posizionamento alto, nella fascia Premium

In che modo il contesto attuale influenza le vostre scelte strategiche?

Nonostante i pochi anni di vita di OneMore, si sono susseguiti molti eventi che hanno inciso sulle nostre scelte, dalla pandemia, alle guerre, fino ai dazi. Essendo però una piccola realtà, siamo riusciti a reagire velocemente a tali problematiche, dall’altro lato queste nostre azioni migliorative e correttive hanno avuto i propri risultati l’anno successivo, considerando che proponiamo una sola stagione.

Quali minacce e opportunità avete individuato nel mercato attuale?

Tra le minacce sicuramente l’instabilità mondiale, l’incertezza e il rapido cambiamento dei comportamenti d’acquisto, che ci impongono flessibilità e capacità di reinventarsi. Cerchiamo dunque di rispondere a tali minacce proponendo capi di alta qualità, duraturi e con basso impatto ambientale.

Qual è ad oggi il vostro principale vantaggio competitivo?

L’aver puntato fin da subito sulla sostenibilità, su materiali alternativi, da qui la collaborazione con Appleskin, e una produzione made in italy, rendendoci chiaramente identificabili. 

Le vostre principali categorie di prodotto?

La maggior produzione è di giacche e pantaloni da sci sia per uomo che per donna. Segue poi la parte di maglie e accessori, ma anche la produzione di tute da gara per atleti e gli sci.

Come definireste il vostro stile?

Minimalista, artigianale, sostenibile… aggiungendo un grande spirito di sperimentazione. Al centro poniamo sempre l’attenzione verso scelte sostenibili.

Quali materiali e tecniche produttive caratterizzano le vostre collezioni?

Tutti i capi sono prodotti con materiali riciclati. Tra i materiali degni di nota Econyl, un nylon ottenuto da rifiuti, come reti da pesca, plastici e tessili industriali e che può essere rigenerato a ciclo continuo, e AppleSkin, realizzato con gli scarti industriali delle mele.. Quest’ultima l’abbiamo introdotta nel 2019, sperimentando su capi tecnici. Si tratta di made in italy al 100% facendo tesoro delle risorse del nostro territorio. Infatti, sia le materie prime che gli accessori sono interamente italiani. Anche le fibre scelte per le imbottiture sono riciclate da bottiglie PET. Inoltre facciamo affidamento su due produttori principali, realtà piccole a conduzione familiare, così da avere un contatto diretto con i nostri fornitori.

Come bilanciate creatività e produzione di massa?

L’essere una piccola realtà ci permette di conciliare le due cose. Abbiamo persino realizzato singoli pezzi per andare incontro alle esigenze del singolo cliente.

Come vi assicurate che il prodotto rifletta l’identità del brand?

Tramite continuità nel design e selezionando materie prime di qualità.

In quale fascia di prezzo vi collocate e perché?

Fascia alta, per le scelte produttive, made in italy e made in europa, la selezione delle materie prime di eccellente qualità e numeri ancora relativamente bassi.

Quali sono i vostri principali canali di vendita? 

I negozi fisici multimarca, capi personalizzati per scuole e ski team e in misura minore sullo shop online.

Come scegliete le location o i partner distributivi per il mantenimento di coerenza con il brand?

Solitamente selezioniamo negozi nelle località più esclusive di montagna, con una clientela alla ricerca di prodotti distintivi e di alto livello.

Qual è il ruolo del canale online rispetto a quello offline per OneMore?

Molto marginale. Fin da subito lo abbiamo percepito più come una vetrina che come canale di vendita.

Quali strumenti utilizzate per promuovere il brand?

Ci siamo concentrati soprattutto nella costruzione di una relazione forte con i nostri negozianti, puntando su campagne vendita in grado di offrire esperienze per approfondire il brand e la sua filosofia. In particolare, i nostri “Chalet”. Si tratta di luoghi nelle Dolomiti dove i clienti sono invitati a “vivere” con il team OneMore per un paio di giorni, usufruendo anche dei prodotti da testare direttamente sulle piste, così da offrire un experience del brand a 360°

La promozione passa anche attraverso social media, eventi per consumatori finali, come lo SkiDay aperto a tutti, e collaborazioni con enti e influencer. 

In che modo costruite e mantenete la relazione con la vostra community?

Soprattutto tramite un rapporto diretto con il segmento B2B, come appunto le esperienze “OneMore Chalet” e tramiti tour itineranti tra Europa e Stati Uniti. La community OneMore comprende persone dinamiche e intraprendenti con una visione comune: guardare al futuro nel rispetto del pianeta e con anticonformismo e gioia di esplorare. Per evidenziare il nostro approccio globale, abbiamo creato un nostro linguaggio, dotato di un alfabeto “alieno”. Questo elemento distintivo ci permette di unire le persone ed è uno strumento in grado di alimentare la creatività di chiunque voglia sperimentare e giocare con esso. Sul sito è persino presente il convertitore alfabetico. 

Come misurate la brand awareness e la percezione del marchio nel pubblico?

Tramite i feedback dei nostri clienti e dei nostri “Explorer”

A seguito dell’intervista ci concentriamo ora sulle novità del brand.

La collezione uomo/donna presenta numerose novità, da nuovi colori a nuovi tessuti, con diverse grafiche ed effetti, ma anche diversi elementi iconici come scritte in alfabeto “OneMore” con un effetto shiny nell’abbigliamento femminile, e con effetto vedo non vedo in quello maschile. Troveremo persino nuovi modelli di capi e accessori. Tra i materiali si affermano due novità: l’introduzione del velluto a coste sottili dalla texture morbida con membrana waterproof (presente anche nell’uomo) ed il pelo lungo sintetico, effetto yeti, che va ad impreziosire alcune giacche.

One More quest’anno si dedica persino ad un’ esclusiva della stagione 2025/2026: la Capsule collection “Olimpia” in occasione delle Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina. Dominano giacche e pantaloni da sci con motivi nei colori olimpici oltre che i colori must del brand. Le fodere interne sono arricchite da scritte nei colori olimpici, su base bianca. Il motivo grafico riporta alcune parti del manifesto ONE MORE, nei caratteri alieni del brand. 

La collezione 2025-26 presenta inoltre una serie di scii, abbinabili ai look, sia maschili che femminili, nelle tonalità classiche del brand personalizzati da diverse grafiche, che riproducono il motivo [+], il testo del manifesto e scritte nell’alfabeto ONE MORE, in linea con i tessuti alfablack e alfanero o che riportano anche – in tema olimpico – bande a contrasto nei colori della bandiera italiana.

                                                                                                                    Elena Venturini