Review: #SpazioZoneModa – Festa della Rete – BlogFest 2014 – #fdr14

Che moda e web si capissero al volo – entrambi amanti di novità e rapidità – lo sapevamo già da tempo, ma alla nona edizione di Festa della Rete – BlogFest 2014 abbiamo avuto l’ennesima conferma.

Da quest’anno, l’introduzione del panel Fashion ha difatti arricchito ancor più il calendario della manifestazione grazie a una serie di incontri in cui l’industria-moda è stata indagata nelle sue diverse componenti: blogging, beauty, luxury, tecnologia, e-commerce, vintage e sostenibilità.

Così, se davanti a Villa Embassy – location scelta per l’occasione – l’ApeCar Douglas accoglieva i partecipanti con una sessione di trucco gratuito, al primo piano dell’edificio i protagonisti della rete si sono susseguiti a colpi di speech, colmando di pensieri e parole le sale allestite dai lavori degli studenti ZoneModa.

LECTURE  – “Content is the king: non di soli outfit vive il blog” si è rivelato uno degli incontri più formativi per chi produce contenuti di moda sul web.

Se la figura del fashion blogger è comunemente screditata a causa della presenza di blogger brizzolati e frivoli, è bene ricordare che esistono altrettanti blog capaci di raccontare la moda con un approccio più profondo, intimo ma professionale, andando al di là del proprio mero look o dell’autoscatto quotidiano.

Tuttavia, questo non significa che un outfit blogger non possa essere ritenuto all’altezza del sistema, poiché una qualsiasi fotografia – seppur molto più facile e veloce da usufruire – necessita di cura e originalità per distinguersi nel mare magnum di immagini online.

Laura Renieri ricorda che il suo The Old Now è nato per raccontare la moda non da protagonista, ma da consumer “dietro le quinte”, in chiave più leggera e fresca rispetto la comunicazione offline; Arianna Chieli, giornalista e founder di FashionBlaBla.it, ammette che dal 2004 “fare blogging” le ha permesso di vedere il mondo sotto un’altra luce che non è più quella rigida e indirizzata della stampa giornalistica, ma piuttosto una luce alimentata da quell’aria di libertà che solo il web può dare: “Il mio blog è la mia visione del mondo.

Finalmente posso scrivere cosa e come mi piace scrivere, imparando a prediligere la qualità sulla quantità, ovvero scrivere meno per scrivere meglio e leggere molto per non bloccare mai il meccanismo creativo”. Per Elena Schiavon di Impulse mag, invece, per far sì che i propri contenuti non si disperdano nella saturizzazzione di informazioni digitali, occorre avere una certa costanza e studiare le indicizzazioni del proprio post che così potrà essere rintracciato nella rete anche a distanza di tempo.

Simone Sbarbati, da 7 anni volto e voce di uno dei pilastri dell’editoria online di moda e design, tale FrizziFrizzi, confessa che oggi non è più possibile puntare unicamente sulla news, ma che a fare la differenza è la tipologia di racconto e di scrittura utilizzati, o ancora, quali strategie di storytelling si applicano attorno a prodotti e brand. “Una narrazione, quella della moda, che dimostra pertanto avere numerose diramazioni e sfaccettature” sottolinea il moderatore dell’incontro, il giornalista e blogger Stefano Guerrini, “e dove le partnership e le collaborazioni commerciali andrebbero sempre citate, non nascoste”.

La conferenza si è conclusa con una riflessione attorno l’importanza del lavoro di queste nuove figure – da potersi definire “blogger impegnati” – alle quali si deve il merito dell’accresciuta attenzione rivolta alle giovani generazioni di designer. Il fashion blogging è tra i primi fenomeni – molto prima della carta stampata – ad aver infatti supportato i new talents italiani e ad aver conseguentemente facilitato la nascita dei contest internazionali per designer emergenti in Italia. Perché? Perché non di soli outfit vive il blog.

Cecilia Cestari