Fashion Muse Book: a ogni designer la sua musa

Redazione Writing For Fashion #02

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Che ci siano una o più muse a ispirare l’ultimo libro di Debra N. Mancoff, docente presso The School of Art Institute of Chicago, è indiscutibile; come è indiscutibile che non si tratti di muse qualunque, protettrici di canti e poesie, ma piuttosto di muse di moda, di donne in grado di ispirare il lavoro di importanti couturier, per una sola volta o per tutta la vita. Fashion Muse. The Inspiration behind iconic design (2014), pubblicato da Prestel, indaga un mondo parallelo abitato da coppie creative, da affascinanti ed eleganti binomi, intrighi amorosi o platonici trasformati in suggelli d’arte, abiti intrisi di favole e glamour.

Di muse, nell’antica Grecia, ce n’erano solo nove. Erano le figlie di Zeus e Mnemosine, avevano nomi esotici come Clio, Calliope o Thalia e alimentavano l’ispirazione di tutti gli artisti. Di muse, nella storia della moda e nel pret-à-porter di oggi, ce ne sono altrettante, seppur sia sempre più difficile trasformarsi, ma soprattutto perdurare negli anni, nelle vesti di icona ispiratrice, dal momento che designer e griffe cambiano i volti dei propri testimonial con sorprendente velocità, pur di stare al passo coi tempi e con una nuova immagine di donna. Possiamo comunque riportare una breve lista di relazioni più o meno durature, più o meno simboliche del fashion system:

1) Charles Frederick Worth e la moglie Marie Vernet – Nel divenire il primo couturier della storia, il ruolo della moglie Marie Augustine Vernet è per Worth fondamentale. Conosciuta a Parigi nel 1845, diverrà modella prediletta per presentare le sue creazioni presso il reparto di sartoria nel negozio Gagelin. Quella di utilizzare le indossatrici fu una grande novità per l’epoca. La coppia avrà due figli, Jean Philippe e Gaston, che nel 1874 prenderanno le redini della maison, l’uno come creativo, l’altro come amministratore.

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2) Elsa Schiaparelli e Salvador Dalì – L’arte è di moda nella vita di Schiap. Amica e confidente di Gabrielle, moglie del dadaista Picabia, entrò in contatto già negli anni Dieci con Marcel Duchamp e Man Ray. Successivamente, numerose furono le collaborazioni con noti artisti come Jean Cocteau, Christian Bérard, Leonor Fini e, in particolar modo, Salvador Dalì. Con il celebre surrealista creò i tailleur neri con tasche rifinite da bocche femminili, borse a forma di telefono in velluto nero con disco ricamato in oro, abiti da gran sera in organza con dipinte enormi aragoste, alcuni dei suoi più celebri cappelli, come quello a forma di scarpa ecc.

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3) Yves Saint Laurent e Loulou de la Falaise – L’incontro di Loulou con il leggendario fashion designer, avvenuto in una soleggiata domenica parigina nel luglio 1968, grazie allo stilista spagnolo Fernando Sanchez, fu un vero colpo di fulmine che continuerà nel tempo fino e oltre la morte di Yves nel 2008. Figura dotata di uno charme impalpabile e iconico, aristocratica hippy-chic, Loulou divenne un tassello fondamentale nel mosaico immaginario di quella che, più che una maison di moda, è stata un autentico cosmo creativo. Morirà due anni dopo il suo compagno d’avventure, con cui condivise le nuit fauves anni Settanta, tra Parigi e New York, e numerosi soggiorni a Marrakech.

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4) Oleg Cassini e Jacqueline Kennedy – Stilista francese naturalizzato americano, figlio di una ricca famiglia d’origini russe, disegnò per la first lady più di 300 oufit, dai suoi semplici abiti dalla linea-A ai suoi iconici pillbox hat. Il look di Oleg Cassini per l’Inauguration Day di Jacquine Kennedy (1961), costituito appunto da un pillbox hat, un abito e un cappotto di lana assiema a un manicotto di zibellino, fu copiato, riprodotto e indossato dalle donne di tutto il mondo. Cassini vestì inoltre numerose star hollywoodiane, tra cui Grace Kelly e Audrey Hepburn, lavorando come costumista per il cinema, la televisione e Broadway.

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5)  Hubert de Givenchy e Audrey Hepburn – L’attrice britannica era considerata la musa dello stilista francese Hubert de Givenchy, al quale fu legata per tutta la vita da un forte sentimento di amicizia. La Hepburn si riferiva infatti al couturier come al “suo più grande amico”, mentre Givenchy parlava di lei come di una “sorella”. I due si erano conosciuti in occasione della collaborazione fornita dallo stilista per il film Sabrina nel 1954, ma l’emblema del loro rapporto rimane indubbiamente il tubino nero della commedia romantica Colazione da Tiffany del 1961.

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6) Jean Paul Gaultier e Madonna – L’enfant terrible della moda parigina contribuì alla definizione e all’immagine irriverente della più idolatrata popstar di tutti i tempi. Madonna chiamò Gaultier nel 1989 perché le disegnasse i costumi per il suo Blond Ambition Tour. Il risultato fu un corpetto col reggiseno a cono rosa di satin, indossato dalla cantante e dai suoi due ballerini, mentre strisciava su un letto a ritmo di Like a Virgin. La collaborazione si è ripetuta, a 22 anni di distanza, nel 2012.

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7) Karl Lagerfeld e Cara Delevigne – «È la Charlie Chaplin del mondo della moda», così si esprime Karl Lagerfeld sulla sua modella prediletta, immancabile presenza sulle passerelle Fendi e Chanel. Un complimento inusuale se rivolto ad una donna, ma lo stilista esprime meglio il concetto parlando di Cara come di una specie di genio, un personaggio particolare che sarebbe più a suo agio in film muto grazie alla sua capacità di dare espressione a ogni movimento. Karl e Cara sono una delle accoppiate fashion più amate sui social network.

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Source: www.vouge.it; www.theblogazine.com, www.wikipedia.it, www.washingtonpost.com, www.ilmessaggero.it, www.ibtimes.com, www.i-d.vice.com.

Ph. www.amazon.co.ukwww.beautifully-invisible.comkobiecaintuicja.wordpress.comwww.hm.com, www.spenceralley.blogspot.comthefactorialist.blogspot.comfashionofdemilovato.blogspot.it.

Discrover more: Mancoff, D. N., Fashion Muse: The Inspiration Behind Iconic Design, Prestel, Chicago 2014.